La bambola fiore utilizzata dalla psicologa F. Dolto è un esempio di come il gioco può svolgere una funzione terapeutica non solo per i bambini ma anche per gli adulti. L'approccio terapeutico ha come fondamento la teoria freudiana. L'utilizzo della bambola è di supporto al transfert in quei pazienti che hanno subito una ferita narcisistica allo stadio orale. La bambola fiore è interamente coperta di stoffa verde, non ha volto, come fiore è stato scelto la margherita prima rappresentazione floreale nei bambini. la bambola priva di volto non permette il trasferimento della figura materna. L'atteggiamento passa dal positivo al negativo per il bambino liberandolo dalle pulsioni affettuoso-sadiche, per l'adulto succede l'inverso.
Il gioco libera le energie e produce un clima interiore di gioia e ottimismo nella vita. Questa è un'altra esperienza alla base del nostro lavoro.
Approfondimenti F. Dolto il gioco del desiderio. Saggi clinici, SEI, Torino 1981.
giovedì 19 aprile 2012
mercoledì 7 marzo 2012
Drammatizzazione clinica e role-play
Le tecniche drammatiche vengono utilizzate per facilitare l'apprendimento, favorire la conoscenza di sè, risvegliare risorse sopite. Uscire dal ruolo abituale per impersonarne un'altro, magari il nostro opposto, aiuta a metterci in contatto con la parte più autentica.
L'apprendimento può essere facilitato grazie a questa tecnica perchè risulta coivolgente. Non lavora solo la mente, tutto il corpo è coinvolto, meglio tutto il nostro essere viene stimolato, chiamato a mettersi in relazione con il nuovo. Una grande risorsa anche per la scuola oltre che per i gruppi di crescita, attualmente ha trovato vasti consensi nelle aziende per la formazione del personale. Tuttavia credo che per molti sia ancora sconosciuta e non utilizzata al meglio. Fa parte di quei luoghi impossibili....
L'apprendimento può essere facilitato grazie a questa tecnica perchè risulta coivolgente. Non lavora solo la mente, tutto il corpo è coinvolto, meglio tutto il nostro essere viene stimolato, chiamato a mettersi in relazione con il nuovo. Una grande risorsa anche per la scuola oltre che per i gruppi di crescita, attualmente ha trovato vasti consensi nelle aziende per la formazione del personale. Tuttavia credo che per molti sia ancora sconosciuta e non utilizzata al meglio. Fa parte di quei luoghi impossibili....
giovedì 16 febbraio 2012
Genitori inconsapevoli
Diverse sono le critiche sui genitori italiani, colpevoli di oscillare tra la completa indifferrenza e la troppa protezione nei confronti dei figli. Lo psichiatra P. Crepet in un più interventi televisivi e non, ha sottolineato come i genitori italiani rispetto agli altri europei siano iperprotettivi tanto da impedire un sano sviluppo dell'autonomia e della voglia di esplorare il mondo. Maria Rita Parsi ha invece evidenziato come nelle famiglie il padre sia un grande assente. Tutte osservazioni che spiegano bene la situazione dei genitori di oggi.Credo manchi spesso la consapevolezza che i bambini sono delle persone, come tali vanno trattate. Non intendo adulti, intendo proprio il termine persona con le conseguenze che questo comporta. Vuol dire dare dignità, rispetto, verità all'altro. Quando un genitore mente al proprio figlio perchè è più facile gestirlo così, quando dice una cosa e poi ne fa un'altra, quando promette e non mantiene, quando ride nel sentire il bimbo pronunciare parolacce (perchè tanto è ancora piccolo e non capisce), quando per guardare il suo film preferito troppo adulto lo mette sul divano vicino a sè , quando lo sgrida senza dargli una spiegazione, quando lo zittisce malamante perchè vuole intervenire in un discorso da grandi, quando lo riprende davanti ai suoi amici, quando gli dice di non aver tempo, sta veramente trattandolo come una persona?
Se qualcuno ci trattasse così noi come reagiremmo? Se vostro figlio è nervoso ci sarà un perchè.
Bisogna allora riflettere tutti su se stessi, e mi ci metto anch'io come genitore, bisogna ricordarci che abbiamo davanti ad una persona come noi.
Se qualcuno ci trattasse così noi come reagiremmo? Se vostro figlio è nervoso ci sarà un perchè.
Bisogna allora riflettere tutti su se stessi, e mi ci metto anch'io come genitore, bisogna ricordarci che abbiamo davanti ad una persona come noi.
venerdì 10 febbraio 2012
Change word Change world
Oltre ai seminari per educatori su come utilizzare il linguaggio del gioco, abbiamo lavorato anche ad un seminario per adulti che utilizza tecniche simili. Per il bambino parliamo di linguaggio del gioco, per l'adulto di gioco del linguaggio. Senza soffermarci sugli studi in psicologia , filosofia, logica, passiamo subito al lato pratico del discorso.
Il titilo è già un programma : cambia parola cambia il mondo, in inglese il gioco di parole risulta più evidente. Le parole influenzano la nostra vita più di quanto possiamo immaginare: consolano, feriscono, stupiscono, divertono. Il loro potere è enorme, ci sono anche parole che guariscono!
Esistono poi parole che raccontiamo a noi stessi e ci ingannano.
Attraverso le parole costruiamo frasi, discorsi, racconti, storie. La nostra vita può essere vista come una storia che ci raccontiamo. A volte cerchiamo di seguire alla precisione i copioni costruiti tanto da smarrire noi stessi ed il senso del cammino da percorrere. Certamente tutti tendiamo al lieto fine.
In amore l'esempio risulta più evidente riporto a tal proposito il commento introduttivo di un bellissimo libro " Affari di cuore" della sociologa Marcia Millam :
- Tutti viviamo come se stessimo seguendo la trama di una sceneggiatura , specialmente per quanto riguarda le questioni di cuore. Dopo vent'anni d'insegnamento, ricerche e interviste, sono giunta alla conclusione che la maggior parte delle relazioni amorose ricalchi una di sette trame, o archetipi, fondamentali. Ognuno di noi ha una storia d'amore " primaria" che si ripete per tutta la vita, con lo stesso partner, oppure con partner diversi. E' tale storia primaria a guidare le nostre scelte e i nostri comportamenti nei momenti di crisi e di svolta. Se anche siamo consci della tendenza di alcune dinamiche a ripetersi in tutte le nostre relazioni, difficilmente abbiamo la percezione della sceneggiatura che le determina, nonostante questa influenzi pesantemente le nostre esistenze. Le storie d'amore sono condizionate dalle nostre esperienze passate, ma per fortuna siamo in grado di scriverne il finale, a patto di riuscire a individuare e comprendere le ragioni dei nostri attegiamenti ricorrenti.-
Tale riflessione possiamo applicarla anche ad altri eventi della nostra vita. Proponiamo un modo nuovo e divertente per aiutarvi a diventare sceneggiatori consapevoli della vostra esistenza. Potete commentare sul blog se siete interessati decideremo il percorso insieme.
Il titilo è già un programma : cambia parola cambia il mondo, in inglese il gioco di parole risulta più evidente. Le parole influenzano la nostra vita più di quanto possiamo immaginare: consolano, feriscono, stupiscono, divertono. Il loro potere è enorme, ci sono anche parole che guariscono!
Esistono poi parole che raccontiamo a noi stessi e ci ingannano.
Attraverso le parole costruiamo frasi, discorsi, racconti, storie. La nostra vita può essere vista come una storia che ci raccontiamo. A volte cerchiamo di seguire alla precisione i copioni costruiti tanto da smarrire noi stessi ed il senso del cammino da percorrere. Certamente tutti tendiamo al lieto fine.
In amore l'esempio risulta più evidente riporto a tal proposito il commento introduttivo di un bellissimo libro " Affari di cuore" della sociologa Marcia Millam :
- Tutti viviamo come se stessimo seguendo la trama di una sceneggiatura , specialmente per quanto riguarda le questioni di cuore. Dopo vent'anni d'insegnamento, ricerche e interviste, sono giunta alla conclusione che la maggior parte delle relazioni amorose ricalchi una di sette trame, o archetipi, fondamentali. Ognuno di noi ha una storia d'amore " primaria" che si ripete per tutta la vita, con lo stesso partner, oppure con partner diversi. E' tale storia primaria a guidare le nostre scelte e i nostri comportamenti nei momenti di crisi e di svolta. Se anche siamo consci della tendenza di alcune dinamiche a ripetersi in tutte le nostre relazioni, difficilmente abbiamo la percezione della sceneggiatura che le determina, nonostante questa influenzi pesantemente le nostre esistenze. Le storie d'amore sono condizionate dalle nostre esperienze passate, ma per fortuna siamo in grado di scriverne il finale, a patto di riuscire a individuare e comprendere le ragioni dei nostri attegiamenti ricorrenti.-
Tale riflessione possiamo applicarla anche ad altri eventi della nostra vita. Proponiamo un modo nuovo e divertente per aiutarvi a diventare sceneggiatori consapevoli della vostra esistenza. Potete commentare sul blog se siete interessati decideremo il percorso insieme.
martedì 7 febbraio 2012
Il gioco nelle età della vita
Il gioco si presenta come un mondo ai confini tra realtà e fantasia, governato da leggi ed allo stesso tempo libero da ogni forma di costrizione. Questo mondo da sempre relegato alle attività infantili è invece visitato, a volte anche inconsapevolmente, dagli uomini di qualsiasi età, provenienza, religione, ideologia. Potremmo definirlo come attività che accomuna l'umanità intera accompagnandola dalle origini ad oggi.
Il gioco occupa una posizione di primo piano sia nello sviluppo dell'umanità sia in quello dell'individuo, e le sue potenzialità quando vengono sfruttate sia in ambiti formativi che terapeutici possono ottenere risultati straordinari. Possiamo allora affermare che giocare è una cosa seria ed il bambino lo sa.
Dopo queste considerazioni possiamo chiederci esiste un modo per recuperare quelle qualità del gioco che contribuiscono allo sviluppo psicofisico della persona? Nella nostra vita ci sono momenti in cui possiamo risalire dal baratro attraverso una "terapia del gioco"? Nelle nostre relazioni quanto contano le componenti giocose?Possono ancora allenarci a scoprire le nostre risorse migliori per essere felici come facevamo da bambini?
Il gioco occupa una posizione di primo piano sia nello sviluppo dell'umanità sia in quello dell'individuo, e le sue potenzialità quando vengono sfruttate sia in ambiti formativi che terapeutici possono ottenere risultati straordinari. Possiamo allora affermare che giocare è una cosa seria ed il bambino lo sa.
Dopo queste considerazioni possiamo chiederci esiste un modo per recuperare quelle qualità del gioco che contribuiscono allo sviluppo psicofisico della persona? Nella nostra vita ci sono momenti in cui possiamo risalire dal baratro attraverso una "terapia del gioco"? Nelle nostre relazioni quanto contano le componenti giocose?Possono ancora allenarci a scoprire le nostre risorse migliori per essere felici come facevamo da bambini?
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